Pericoli Web: non giocare con gli sconosciuti
maggio 2015
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Corriere Economia - 4 maggio 2015
Il cellulare nelle mani dei bambini arriva sempre prima. E sempre prima i minori si collegano a Internet e Social. I numeri lo indicano con chiarezza. La quasi maggioranza di ragazzi/e con età compresa tra 11 e 13 anni ne possiede uno. Per l’esattezza il 95%. Si tratta dei nati tra il 2002 e 2004 che oggi frequentano le Scuole Medie. Lo stesso numero per i venuti alla luce tra il 1996-1998 era ridotto al 36%. Lo rivela la ricerca di
Skuola.net dello scorso febbraio. Che ha coinvolto oltre 8 mila studenti delle Scuole Secondarie italiane. Il segnale d’allarme arriva quando si parla del tempo speso online. Ebbene solo il 12% dei ragazzi dichiara di passare su Internet meno di un’ora al giorno, tra dispositivi mobili e Pc. Invece ben il 46% arriva a toccare tre ore di permanenza davanti a schermi di smartphone e computer.
E poi, i genitori sono a conoscenza di che cosa fanno i figli una volta connessi a web e Social? Dai risultati della ricerca non si direbbe. Visto che metà di papà e mamme sanno “poco o niente” di quanto fanno i figli una volta connessi in Rete. Minori inclusi. «Bisogna spiegare con chiarezza ai ragazzi quali sono i pericoli che si nascondono su Internet – dice
Ida Setti, responsabile di Norton Italia, nonché madre di tre bambini – a partire da fatto di non chattare con sconosciuti, lasciando informazioni personali».
Una minaccia arriva dai malintenzionati e da chi cattura informazioni e foto su minori, fingendosi un innocuo giocatore di videogame online. Molto in voga tra i più giovani. Perché chiunque tra gli adulti può crearsi un falso account e nascondersi dietro al nickname,
spacciandosi per un coetaneo in cerca di nuovi amici. Dunque bisogna mettere in guardia i figli da chi inizia a fare domande dirette del tipo: «Dove abiti? Quale scuola frequenti?». I minori devono accettare nel gruppo giocatori solo amici conosciuti, con nomi noti.
Ma quali sono le misure preventive che i genitori possono mettere in atto per rendere più sicura la navigazione online? «Una buona protezione arriva dai software
“parental control” presenti nei principali antivirus – continua Ida Setti – con pochi clic si possono bloccare i siti pericolosi mettendo filtri con parole chiave come sex, droga, armi e violenza». Dal pannello di controllo è anche possibile stabilire tempi e modalità di utilizzo degli strumenti informatici. «Una procedura che consiglio di attivare, per chi ha bambini sotto 10 anni». Soprattutto quando in famiglia si usano Pc e tablet in comune. Gli stessi che mamma e papà portano al lavoro.
Un’avvertenza importante per i minori riguarda le tracce lasciate online. Ebbene, come
Pollicino nella celebre fiaba di Perrault, lascia i sassolini nel bosco per ritrovare la strada di casa. Così anche noi lasciamo numerose informazioni digitali di quanto facciamo in Rete. Perché ogni sito consultato è provvisto di indirizzo Ip. Dunque archiviato da browser come Chrome, Firefox ed Explorer tanto per citare i più famosi. Spiega a proposito
Stefano Moriggi, filosofo della Scienza all’Università Bicocca di Milano: «cancellare la cronologia di navigazione serve solo a togliere l’indirizzo presente nella memoria interna del dispositivi. Non a eliminarlo dall’archivio di Google». Saranno tutte informazioni a disposizione della Polizia in caso si commettano operazioni illecite.
Inoltre caricando foto e filmati su web e Social, sarà quasi impossibile toglierli in caso di ripensamenti futuri. Non solo. I minori devono sapere che una volta postate, ad esempio su
Facebook per la condivisione pubblica, rimangono in licenza all’azienda di Palo Alto. Nonostante le garanzie di privacy, nessuno può impedire che con semplici operazioni di copia-incolla gli scatti girino sul web finendo in mani di malintenzionati. «Infine gli stessi genitori devono prestare attenzione a non postare con noncuranza le foto dei figli sui loro profili, esponendoli pubblicamente a possibili furti di immagini».
Va ricordato che da fine marzo l’azienda di Mark Zuckenberg ha reso disponibile
“scrapbook”. Si tratta di un’area riservata in cui caricare foto visibili solo a gruppi selezionati di persone. Per ora parliamo di una versione pilota presente solo negli Usa. Ideale per creare album virtuali da condividere in sicurezza con i propri cari. Lontano da occhi indiscreti.
twitter @utorelli